2020-2021, il Grande Crollo economico si avvicina. Ecco cosa devi sapere…

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AVATARA Dinkar – Le nuvole nere della tempesta finanziaria che si sta addensando sull’Europa e sul resto del mondo nel biennio 2020-2021, sono paragonabili a una bomba nucleare contro il quintale di esplosivo che nel 2007 ha fatto saltare in aria le banche americane con la truffa dei mutui subprime e i derivati tossici. Ad affermarlo sono alcuni analisti finanziari “censurati” dai principali mass media e lo stesso “indizio” emerge dalle Mappe Astrali del famoso astrologo francese André Barbault, il primo che ha scoperto la correlazione tra cicli planetari e profondi cambiamenti nelle società e civiltà mondiali. Questo estratto è tratto dal numero speciale della mia rivista AVATARA Dinkar (“2020-2021, il Grande Crollo”) che puoi prenotare GRATIS QUI registrandoti con il tuo nome ed email. All’interno troverai la raccolta completa della “tracce” finanziarie correlate con quelle profetiche ed astrali, relative al Grande Crollo economico in arrivo nei prossimi anni, che rientra in un percorso evolutivo che l’umanità affronterà fino al 2080 d.c. Successivamente la Mappa Bianca, di cui parlo nel libro “Atmo Dinkar e il segreto del tesoro interiore”,  sarà completamente rivelata al mondo e prenderà forma un mondo migliore e una nuova relazione con l’energia e la tecnologia, poiché le macchine sono il riflesso di un potere interiore che l’uomo imparerà ad usare con più saggezza, e non più solo con il delirio di controllo della mente. Nella mia rivista troverai anche i consigli per affrontare questo uragano in arrivo e i principali Passi per difendere i tuoi risparmi e il tuo lavoro.


 

DIDASCALIA – Nella foto in alto la copertina del primo numero di “AVATARA Dinkar”, al centro la copertina del  libro fantasy esoterico “Atmo Dinkar e il segreto del tesoro interiore” pubblicato da Enzo Di Frenna (la prima edizione risale al 1998) in cui  si anticipava il Grande Crollo della civiltà moderna innescato da una crisi economica, a cui sarebbe seguito lo scontro tra la Mappa Bianca e Mappa Nera per il controllo mentale e tecnologico dell’umanità. Nell’ultima foto un pezzo della Mappa Bianca tratto dal libro “Atmo Dinkar e il segreto del tesoro interiore”. 


Tutti gli eventi che accadono sulla Terra hanno anche un risvolto esoterico (dalla radice “es”), cioè “nascosto”  alla maggioranza delle persone. Potremmo anche dire, usando un altro linguaggio, che ogni problema esistenziale ha una radice inconscia. Ciò accade nella vita di ogni uomo. Quando un problema inconscio diventa insostenibile, può insorgere una crisi profonda. A questa “Legge” risponde anche l’umanità nel suo complesso. Tornando al tema di questo articolo, in realtà i crolli economici saranno ben quattro, uno peggio dell’altro, e si manifesteranno lungo un periodo di 73 anni. Chi vuole approfondire il tema può registrarsi gratis alla sezione AVATARA Dinkar (clicca QUI) oppure può acquistare il mio libro “Atmo Dinkar e il segreto del tesoro interiore”. In questo articolo sul Blog troverai una parte delle TRACCE sul SENTIERO evolutivo (l’elenco completo sarà pubblicato nella mia rivista) e descrivo lo scenario generale di quello che ci aspetta. Se vuoi difendere il tuo lavoro (sopratutto se utilizzi Internet e un computer) allora ti consiglio di leggere questo articolo. Inoltre cercherò di rispondere alla domanda:

Quali settori economici sopravviveranno alla crisi?

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I primi segnali di allarme nel 2017…

I primi segnali della crisi che peggiora li abbiamo avuti alla fine del 2016, quando sono emerse le debolezze delle banche europee e, soprattutto, di quelle banche italiane. Monte dei Paschi di Siena, la banca più antica d’Italia (nata nel 1400) è sostanzialmente fallita tra dicembre 2016 e gennaio 2017, costringendo il Parlamento italiano a stanziare in ventiquattro ore ben 20 miliardi di euro (con l’aumento del debito nazionale), di cui 8,9 sono andate nelle casse di Mps. Anche altre banche italiane sono sull’orlo del collasso. E perfino il colosso Unicredit ha dovuto ammettere perdite in cassa di grandi proporzioni, lanciando un forzato aumento di capitale per correre ai ripari. Proprio dalle banche italiane, infatti, potrebbe arrivare lo scoppio della crisi. Lo sostiene infatti Steve Eisaman, l’analista finanziario americano che aveva previsto il crollo delle banche d’affari nel 2007-2008. Steve Eisman: «Il crollo inizierà nel 2017 con le banche italiane…» In realtà molti economisti intellettualmente onesti e non asserviti al potere della finanza sostengono che l’Italia è sull’orlo di un baratro economico, con un debito pubblico che supera i 2.200 miliardi di euro (di cui 100 miliardi annui di interessi da pagare alle banche debitrici europee). Fare la fine della Grecia è facile. Nella terra ellenica, infatti, nel 2015 furono chiusi i bancomat per settimane e non era possibile prelevare più di 50 euro a settimana. Si formarono file di greci disperati e in lacrime, a causa della decisione presa dal presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, massone e contro-iniziato oscuro come lo definisce lo scrittore Gioele Magaldi , autore del libro “Massoni ”, edizione Chiarelettere (lo puoi comprare QUI). Ma forse la previsione più inquietante arriva proprio da Steve Eisman, un esperto di finanzia internazionale che ha accesso a informazioni molto riservate, diventato famoso per le sue predizioni sul crollo bancario americano innescato dai rapaci finanzieri di Wall Street nel 2007. Su di lui hanno girato addirittura un film. Sostiene che la prossima super crisi mondiale ha tra i protagonisti l’Italia, le sue banche, il debito pubblico record. Quando succederà? Indica l’anno 2017 come l’inizio della fine. In effetti, nel 2017 c’è stato il salvataggio statale di Monte dei Paschi di Siena (che altrimenti avrebbe innescato un effetto domino), ma la tesi di Eisman rimane valida anche per anni a venire (2018-2020), poiché il problema da lui sollevato non è stato risolto e il crac bancario è un rischio molto concreto. 

DIDASCALIA – Steve Eisman, l’analista finanziario che aveva previsto la crisi delle banche americane nel 2007, annuncia una nuova grande crisi finanziaria che inizierà nel 2017 e coinvolgerà l’Italia e lentamente tutta l’Europa.

Traccia 1

Steve Eisman: «La prossima crisi coinvolgerà le banche italiane. Ecco perchè…»

FONTE: La Stampa / 19 novembre 2016.La prossima crisi? Arriverà dalle banche italiane Era tra i pochi, nel 2007, ad aver previsto tutto. Steve Eisman aveva intuito che i mutui «subprime» – i prestiti concessi con scarse garanzie e poi «impacchettati» in rischiosi prodotti finanziari – avrebbero incrinato l’economia americana e quindi affossato Wall Street. Così non solo era rimasto al riparo dagli effetti nefasti della grande crisi, ma aveva scommesso contro le banche che si erano riempite di tali nefandezze che le agenzie di rating, comunque, classificavano come sicurissime: tripla A, il massimo della valutazione.  Eisman guadagnò una fortuna al punto che la sua storia fu ispirazione per un libro e un successivo film premio Oscar dal titolo «La grande scommessa», traduzione italiana per «The big short», il grande scoperto, letteralmente. Ora ci risiamo. In un articolo apparso su «The Guardian», Eisman torna alla carica. Ma questa volta nel mirino mette il Vecchio Continente. «L’Europa è fregata. Voi siete ancora fregati», avverte il finanziere. E la colpa, spiega, è delle banche italiane che sono imbottite non già di «Cdo», come le americane ai tempi della grande crisi, ma di crediti deteriorati, i cosiddetti Npl («Non performing loans»), frutto di finanziamenti concessi dalle banche a famiglie e imprese finite male. Il punto, secondo il gestore di Wall Street, è che le banche non li hanno svalutati del tutto ma oggi li tengono in bilancio con un valore che si aggira tra il 45 e il 50% del valore all’origine. Peccato, nota Eisman, che nessuno li valuti tanto, ma si arriva al 20% quando ci sono le offerte di acquisto da parte di società specializzate nella gestione di tali strumenti: in pratica è quanto contano di recuperare. Quindi, prosegue il ragionamento della volpe di Wall Street, se le banche dovessero riconoscere il vero valore ai crediti deteriorati che hanno in pancia, il loro capitale sarebbe spazzato via e gli istituti si ritroverebbero «insolventi» nel giro di un niente. Di qui la nuova scommessa di Eisman. La speranza è che, questa volta, a vincere non sia ancora lui.

DIDASCALIA – Secondo Eisman la Deutsch Bank tedesca avrà un ruolo importante nella nuova super crisi economica mondiale (l’omino ha in mano una valigetta targata DB). 

Traccia 2

Steve Eisman: «Quei 360 miliardi di crediti LOA delle banche italiane sono una bomba finanziaria »…

FONTE: Finanza Economia Italia / dicembre 2016. Banche italiane a rischio default, previsioni 2017 di crisi finanziaria mondiale per Eisman. Le banche italiane a rischio default con i loro Non Perfoming Loans potrebbero innescare un’altra crisi finanziaria mondiale con effetto dòmino, lo ha detto Steve Eisman, che molti di Voi ricorderanno nel film La grande scommessa, (The big short) ecco Eisman è uno dei pochi finanzieri al mondo che riuscì a prevedere la crisi finanziaria dei mutui subprime ed a specularci sopra, traendone enorme profitto, ma che sta accadendo oggi? Come già abbiamo scritto più volte nella nostra pagina finanziaria, ci sono diverse banche europee in difficoltà, ma Eisman non si ferma a dire che sono le banche europee ad essere a rischio default, ma specifica con dovizie di particolari quello che potrebbe essere un probabile futuro per la finanza italiana, cioè per il sistema bancario italiano, una previsione che se risultasse reale, farebbe sembrare la crisi finanziaria del 2008, come la perdita di una banconota da 50 euro di un operaio, di fronte al suo licenziamento con moglie e figli a carico ed un mutuo da pagare Le banche italiane sono molto esposte in quanto piene di NPL cioè crediti non esigibili i Non Performing Loans, crediti inesigibili – o meglio – non del tutto inesigibili – per la somma di 360 miliardi di euro. Le banche italiane sono piene di questi titoli, una delle più esposte in assoluto è Monte dei Paschi di Siena, ma ce li hanno anche altre banche italiane benchè abbiano superato gli stress test della BCE ma va detto che questi stress test sembra che non siano stati fatti in modo ‘pulito’, secondo il finanziare, anzi il finanziere ha proprio detto che la BCE ha chiuso un occhio.

I NPL ancora non sono stati dichiarati come delle “perdite” dai bilanci delle banche, ma ancora molti sono sotto il segno di “crediti”, pur sapendo benissimo che MAI riprenderanno questi soldi, o meglio si calcola che solo un 20% dei crediti inesigibili verranno – prima o poi – riscossi ( quindi a conti fatti, di 360 miliardi di euro, solo poco più di 70 miliardi ( circa ) rientreranno. BCE chiude un occhio: questo Eisman lo ha capito grazie al fatto che molte banche che hanno a loro volta cercato di comprare quote delle banche italiane, si sono accorte che quei bilanci erano fasulli. Eisman in una intervista al Guardian rilasciata il 19 novembre scorso, sostiene che ancora i crediti inesigibili che hanno le banche italiane sono ancora nei bilanci delle banche segnati come “crediti” e non come “perdite”, questa notizia è di una gravità inaudita perché le banche italiane più importanti hanno fatto gli stress test della BCE a fine Agosto 2016, si presume quindi che questi stress test siano fasulli, se le informazioni che ci da Eisman sono esatte ed aggiornate, d’altronde non sarebbe la prima volta che il sistema creditizio italiano vuol far passare per mele buone quelle che sono mele marce, come è accaduto nel caso della vendita di obbligazioni subordinate di Banca Etruria ( la più famosa) ma anche di altre. Il Fondo Atlante fu costituito per occuparsi di questo problema, ma sembra che solo per coprire il le banche venete, sia ridotto al lumicino, tra l’altro sembra che la Veneto Banca stia facendo dumping per portare più liquidi possibili nelle sue casse. La prima conseguenza di Trump alla Casa Bianca è stato il crollo delle obbligazioni di Stato europee, il che significa che le banche europee che posseggono questi titoli vedono diminuire anche il loro capitale, insieme al valore dei titoli stessi, aumentando così la loro esposizione. La bomba inesplosa Deutsche Bank: in questo stato di cose già di per sè molto instabile, ci si mette la crisi della Deutsche Bank, la banca tedesca è la più grande di Europa che ha proprio in Italia e con le banche italiane la sua più importante esposizione, anche se grazie al fatto che DB ha prestato molti soldi a Trump l’ha per il momento salvata da una possibile brutta fine Questi fattori potrebbero portare al fallimento di una o più grandi banche italiane, che innescherebbero un effetto domino su altre realtà creditizie italiane in quanto tutte collegate una con l’altra, la cosa coinvolgerebbe anche Deutsche Bank che ha nell’Italia e nel sistema creditizio italiano il suo partner più importante. Una volta fallita Deutsche Bank, sarebbe il disastro economico in tutta Europa, una cosa non proprio da Apocalisse Zombie, ma sicuramente vicino alla grande depressione degli anni ’30 negli Stati Uniti.

Mio commento – Il fallimento della Deutsche Bank è un rischio paventato da altri economisti. La banca tedesca, infatti, ha fatto grandi speculazioni finanziarie negli ultimi anni, sulla scia delle voraci e oscure manovre delle banche d’affari americane. Un suo collasso porterebbe al collasso del sistema economico europeo e in definita al tracollo dell’Unione Europea. Quindi alla fine della moneta (massonica) Euro. In realtà, a settembre 2016 c’erano già stati i primi segnali di un possibile tracollo di Deutsche Bank. Infatti, decine di Hedge Found (fondi di investimenti dei grandi capitali finanziari) avevano prelevato oltre 50 miliardi di dollari dalla banca tedesca perché sentivano già l’odore di bruciato.

Traccia 3

Hedge Found in fuga dall’Europa con i loro capitali e da Deutsche Bank.

FONTELa Repubblica / 30 settembre 2016.  Hedhe Found in fuga da Deutsche Bank… Una decina di hedge fund che lavorano con Deutsche Bank ha spostato i suoi asset presso altre banche per ridurre l’esposizione verso l’istituto tedesco, le cui condizioni finanziarie sono giudicate precarie dal mercato. A preoccupare gli investitori è il rischio tenuta della bancha a fronte della maxi-multa da 14 miliardi di dollari arrivata dagli Stati Uniti per lo scandalo dei mutui subprime. Il gruppo tedesco confida di raggiungere un’intesa per chiudere con una transazione a valori molto più bassi, in scia a quanto successo ad altre banche d’affari, ma i mercati restano dubbiosi anche perché sulla testa del colosso teutonico pesa il fardello di 55mila miliardi di derivati, una cifra pari a 15 volte il Pil tedesco. In avvio di giornata il titolo crolla affonda i mercati, salvo poi invertire bruscamente la rotta sulle voti di patteggiamento negli Stati Uniti per 5,4 miliardi. Nonostante tutto, i fondi, una piccola parte degli oltre 800 clienti del settore hedge fund di Deutsche Bank, hanno quindi trasferito parte delle loro partecipazioni in derivati verso altre società: la notizia è confermata da un documento interno della banca visionato da Bloomberg. Tra i fondi che hanno spostato parte delle loro esposizioni in derivati figurano Millennium Partners, che gestisce 34 miliardi di dollari, Rokos capital Management (4 miliardi) e Capula Investment Management (14 miliardi). “I nostri clienti di trading sono tra i più sofisticati al mondo. Siamo fiduciosi che la grande maggioranza di loro abbiano una piena comprensione della nostra stabile posizione finanziaria, dell’attuale contesto macroeconomico, del contenzioso negli Stati Uniti e dei progressi che stiamo facendo con la nostra strategia” ha commentato Michael Golden, portavoce di Deutsche Bank.

DIDASCALIA – Con la fine della moneta Euro inizia una super crisi economica e l’Oligarchia Finanziaria ne approfitterà per lucrare in modo spietato, riducendo ulteriormente i diritti del lavoro. 

Traccia 4

Deutsche Bank e le tonnellate di derivati tossici: sarà la prossima “Lehmans Brother” che fallirà in Europa?

FONTE  – Libero Quotidiano / 26 settembre 2016. Deutsche Bank a picco, per salvarla la Merkel viola le sue regole L’indiscrezione trapela dall’autorevole settimanale finanziario tedesco, Handelsblatt, secondo il quale lo scorso martedì sarebbe avvenuto un incontro a porte chiuse tra i membri della Commissione Finanze della Spd, il partito socialdemocratico, fortemente preoccupati dalla situazione finanziaria di Deutsche Bank, ad un passo dalla necessità di un salvataggio di Stato. Solamente il febbraio scorso, il ministro delle finanze Wolfgang Schäuble, aveva ribadito nettamente la sua «assenza di preoccupazioni» per la situazione del colosso bancario tedesco. Stavolta, racconta Bloomberg, «il ministro delle finanze ha preferito non commentare la situazione della banca». Dall’inizio dell’anno Db ha perso il 48% del valore delle sue azioni e ora si ritrova a fronteggiare una richiesta di multa delle autorità americane per le irregolarità commesse sui mutui subprime prima della crisi del 2008, pari a 14 miliardi di dollari, più del doppio dei fondi accantonati dalla banca per far fronte ad eventuali contenziosi legali. L’allarme è arrivato anche da un altro importante indice bancario, il capitale Tier 1, ovvero il rapporto tra il capitale totale detenuto dalla banca e le sue attività ponderate per il rischio, che si trova attualmente al 2,68%, in calo dallo scorso anno e al di sotto della soglia minima del 3% fissata dagli accordi di Basilea III. Basti pensare che alcune tra le più importanti banche internazionali, come Barclays e Credit Suisse, superano il 4%. In altre parole, Db è fortemente sottocapitalizzata e potrebbe avere bisogno di un aumento di capitale di circa 8 miliardi di euro. Le soluzioni non sono molte e tra queste ci sono la riduzione dei crediti e la vendita degli asset della banca. Per Handelsblatt, «sono in corso trattative tra Db e il gruppo finanziario Phoenix Group, per vendere Abbey Life, la filiale assicurativa inglese della banca tedesca». Un’operazione che porterebbe nelle casse di Deutsche Bank un miliardo di euro, ma che non è sufficiente a coprire tutto il capitale necessario per rimettere in sesto la banca.

Mio commento – La Germania conosce bene il rischio di un crollo bancario ed economico in Europa. In realtà, lo sta favorendo. Con le sue politiche di austerità (ma si legge dominio finanziario) sta impoverendo alcuni Paesi dell’UE, tra cui Grecia, Italia, Spagna, Portogallo. Le ricchezze di questi Paesi (aziende statali, porti, metropolitane, utility a partecipazione pubblica, poste, ecc) stanno convergendo verso le banche tedesche. Me dietro di loro ci sono gli uomini del Triangolo Nero, cioè quei finanzieri massoni che stanno organizzando il controllo del mondo. In Germania ha sede la centrale finanziaria della potente famiglia di banchieri Rotschild, membri di primo piano del Triangolo Nero di cui parlo nel libro “Atmo Dinkar e il segreto del tesoro interiore”. Come vedremo più avanti, mentre la Germania sta impoverendo l’Europa dei popoli i banchieri tedesco-ebrei Rotschild diventano più ricchi. Il progetto di “dominio germanico” dell’Europa è stato denunciato apertamente dal nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump (anche lui massone sponsorizzato a super logge moderate). La Merkel è stata messa nell’angolo con un paio di dichiarazioni di Trump molto forti a gennaio 2017. In realtà, la vera guerra è tra superlogge massoniche: Angela Merkel, secondo lo scrittore e massone progressista Gioele Magaldi, appartiene a una super loggia europea vicina al Triangolo Nero (i contro-iniziati, conosciuti anche come illuminati). Quindi, la Germania sa bene che il crollo della moneta Euro può essere provocato da una crisi economica bancaria, affiancata dall’avanzata delle forze politiche populiste anti-Unione Europea che vogliono riprendere il controllo sulla propria sovranità monetaria e politica, insieme alla chiusura delle frontiere e al blocco del flusso migratorio. Ecco allora che la Germania, prima tra tutti nel 2013, richiama in patria tonnellate di oro depositato presso i caveau di altre banche nel mondo. Per quale motivo? L’oro serve per stampare il nuovo Marco tedesco, poiché per ogni quantitativo di denaro in emissione deve esistere un corrispettivo in riserve auree. Meglio muoversi in anticipo prima del crollo dell’Euro, pensano gli uomini della finanza forte. In realtà, il crollo della moneta Euro è un percorso iniziato alcuni anni fa. È stato teorizzato da alcuni autorevoli economisti indipendenti, poiché a differenza di altri Paesi come l’Inghilterra (che ha sempre conservato la sterlina pur aderendo all’UE) oppure gli Stati Uniti, l’Unione Europea politica non è mai esistita e dunqque la Banca Centrale Europea è in sostanza un soggetto privato e non una espressione delle sovranità collettive (come ad esempio la Banca d’inghilterra). Infatti, come vedremo tra poco, con l’arrivo di Trump alla Casa Bianca c’è chi – nella sua amministrazione – ha annunciato la morte della moneta Euro entro la fine del 2018. Quindi ciò significa che il Grande Crollo Economico inizia a deflagrare tra il 2019 e il 2020. Ecco altre Tracce…

DIDASCALIA – Ted Mulloch, docente universitario sui temi finanziari, stretto collaboratore di Donal Trump, ritiene che la moneta Euro scomparirà entro la fine del 2018.

Traccia 5

La moneta Euro si prepara al crollo. Secondo Ted Malloch ha 18 mesi si vita…

FONTE: Dagospia / 27 gennaio 2017.  “L’EURO HA DICIOTTO MESI DI VITA” (1) – TED MALLOCH, POSSIBILE NUOVO AMBASCIATORE USA A BRUXELLES, LANCIA LA SUA PROFEZIA ALLA BBC: “NON MI STUPIREI SE LE PROSSIME ELEZIONI IN OLANDA, FRANCIA E GERMANIA ACCELERASSERO LA DISGREGAZIONE DELL’UNIONE EUROPEA” – L’HA VATICINATO ANCHE TRUMP: “DOPO LONDRA, ALTRI PAESI USCIRANNO DALL’UE”.

(1) I 18 mesi di Malloch scadono a fine luglio 2018. Cosa accadrà dopo l’estate?

«L’euro? Non credo che sia solo una moneta decotta, ma un vero problema. Per gli europei ma anche per tutti gli altri. La mia previsione è che sia destinata al collasso. Diciamo entro un anno, forse 18 mesi». A dirlo stavolta non è un arrabbiato euroscettico o uno studioso, pur autorevole come il premio Nobel Joseph Stiglitz, bensì il professor Ted Malloch, destinato con ogni probabilità ad assumere l’incarico di ambasciatore degli Usa presso l’ Unione Europea. In un’intervista alla Bbc, concessa alla vigilia della visita del premier Theresa May negli Stati Uniti, primo incontro ufficiale con un capo di Stato straniero di Donald Trump, Malloch è sceso in campo per mettere in guardia Bruxelles contro eventuali pressioni sulle relazioni tra Londra e Washington. Malloch, che insegna alla Henley Business School, non ha esitato ad adottare toni ben poco diplomatici. «Io vi posso dare un consiglio finanziario», ha detto, «andate corti sull’ euro, e non vi sbaglierete». Qualcosa più di un consiglio se si pensa che Malloch, sostenitore della prim’ora di Trump, ha avuto di recente un lungo colloquio con il presidente. Fonti di Washington danno per scontato che una delle prime nomine che verranno effettuate da Rex Tillerson, il nuovo segretario di Stato ex Exxon, sarà proprio la nomina di Malloch cui toccherà un ruolo di punta nel ridisegnare i rapporti tra gli Usa e l’Europa all’insegna dello scetticismo per la moneta unica. Il primo obiettivo dichiarato è di procedere ad un accordo bilaterale tra Londra e gli Usa in tempi stretti, non più di 90 giorni. Sembra impossibile, a giudicare dai tempi biblici dei negoziati commerciali. «Ma non per me», replica il prossimo ambasciatore. «Vorrei ricordarvi che molti tra i più importanti M&A della storia finanziaria sono stati pensati e realizzati anche in meno tempo. Alcuni di noi hanno alle spalle esperienze a Wall Street ed alla City e sono perfettamente consapevoli che quando metti in una stanza le persone giuste con o dati giusti e la giusta energia si possono fare miracoli. E vi assicuro che Trump ha la giusta energia». [•••] Sembra fantapolitica. «Trump è un fiero oppositore degli accordi sovranazionali. Lui crede negli Stati nazionali e nelle relazioni bilaterali, per questo ha messo nel mirino l’ Unione Europea». E l’euro, ovviamente. «Credo che sia destinato a scomparire, così come ha scritto Stiglitz». Senz’ altro la pensa così l’ uomo che Trump invierà alla corte di Jean-Claude Juncker e Angela Merkel. Con licenza di uccidere la moneta unica.

Mio commento – La moneta Euro non è nata in modo casuale. E’ un progetto massonico del Triangolo Nero di cui parlo nel mio libro “Atmo Dinkar e il segreto del tesoro interiore” , che ricalca i simboli massonici presenti anche sul Dollaro. L’obiettivo era svuotare le sovranità monetarie dei Paesi europei e assoggettarli alle regole (imposte senza un passaggio democratico) della Banca Centrale Europea, l’unica autorizzata a stampare la moneta su cui appone il simbolo © di copyright (se non lo avete mai notato, prendete una banconota e acuite la vista). Sulla moneta Euro ci sono tutti i simboli della massoneria deviata (chiamata anche “libera muratoria”). E cioè: le colonne del tempio, il triangolo in alto sulle colonne, muri e mattoni (i liberi muratori, appunto). Nessuno diventa presidente della Bance Centrale Europea (Bce) senza essere un aderente a una Super Loggia massonica (e ciò vale anche per l’italiano Mario Draghi, che secondo lo scrittore e massone progressista Gioele Magaldi è affiliato a molte Super Logge – leggi QUI articolo sul Fatto Quotidiano). Si potrebbe dire che, con l’euro, dopo aver svuotato le sovranità nazionali, si favorisce il tracollo della moneta per approfittare di una nuova crisi finanziaria e permettere alle banche d’affari di prosciugare altre ricchezze? A pensar male a volte si indovina.

DIDASCALIA – La nuova banconota da 50 Euro riporta tutti i simboli massonici: le colonne del tempio, il triangolo, mura e mattoni. Nella foto in alto trovate la firma di Mario Draghi, ex uomo della banca d’affari Goldman Sachs, presidente della Banca centrale europea, affiliato a molte super logge massoniche secondo lo scrittore e massone progressista Gioele Magaldi, i cui dettagli li fornisce nel suo libro “Massoni” (edizioni Chiarelettere). Nel codice di lato della banconota (a sinistra dove c’è il pollice) davanti alla sigla BCE c’è il simbolo © copyright, come se fosse un libro o un brano musicale di cui qualcuno ne possiede completamente i diritti di autore. L’Euro verrà usato per lucrare sulla nuova crisi finanziaria? 

Mio commento – Forse ricorderete che la crisi finanziaria del 2007 fu provocata dalle banche d’affari americane, che inghiottirono i risparmi dei cittadini e fecero fallire la banca Lehmans Brother, innescando un effetto domino in tutto il mondo. Bene, con l’arrivo del miliardario Donald Trump alla Casa Bianca, gli stessi speculatori che causarono la crisi finanziaria dieci anni fa (i cui effetti si sentono ancora oggi) hanno avviato la demolizione delle poche leggi che impediscono le speculazioni finanziarie ai danni di cittadini e banche minori. Questi signori sono tutti ex uomini della Goldman Sachs, la peggior banca d’affari che ha tentacoli in tutto il mondo (per cui ha lavorato anche Mario Draghi). Ecco la Traccia che aiuta a capire come una nuova crisi finanziaria (la tempesta perfetta) potrebbe scoppiare di nuovo in America e trascinare nel baratro il mondo intero…

Traccia 6

I banchieri di Trump: così svuotano le leggi che proteggono i risparmiatori americani. E preparano una nuova crisi mondiale.

FONTECorriere della Sera / 2 febbraio 2017. «Cinque insider Goldman Sachs vogliono svuotare le leggi che proteggono i risparmiatori americani. Steven Mnuchin, il nuovo Segretario al Tesoro, è un banchiere controverso. Per diciassette anni è stato a Goldman Sachs, arrivando a diventare managing partner. È la seconda generazione di Mnuchin a lavorare nella potente banca di Wall Street: suo padre è stato lì per trentacinque anni. Steve Bannon, nuovo capo della Strategia alla Casa Bianca (ex ormai, nota di EDF) , si è fatto le ossa con Goldman Sachs nei ruggenti anni Ottanta come banchiere specializzato in fusioni e acquisizioni: ha avuto modo di imparare sul campo che l’avidità è una virtù, all’apice del potere predatorio di Wall Street e del boom delle obbligazioni spazzatura. Gary Cohn, nuovo presidente del Consiglio economico nazionale della Casa Bianca, era fino a dicembre scorso il presidente di Goldman Sachs. Jay Clayton, il nuovo capo della Commissione statunitense per i Titoli e gli scambi, l’uomo a cui è stato affidato il compito di regolamentare Goldman Sachs e il resto di Wall Street, è un avvocato che ha servito fedelmente la stessa Goldman Sachs per una serie di accordi multimiliardari come partner della Sullivan & Cromwell, lo studio di riferimento per la Goldman da più di un secolo. Dina Powell, consigliere per le iniziative economiche del presidente Trump e consigliere di fiducia di sua figlia Ivanka e del marito Jared Kushner, era una socia di Goldman Sachs e capo della Fondazione Goldman Sachs. No, non è un complotto. Questa è la realtà. Benvenuti nel governo degli insider di Goldman Sachs, altrimenti conosciuto come amministrazione Trump. Questi cinque figli della grande banca spiccano tra la folla di plutocrati, finanzieri senza scrupoli e ultraconservatori del Tea Party di cui Trump ha riempito il suo Gabinetto. Ognuno di loro è fermamente convinto della necessità di tagliare le tasse sulle imprese e di rompere il più possibile i lacci che frenano Wall Street; ognuno di loro crede fermamente che si debbano scatenare gli «istinti animali» del mercato. Questi ex banchieri di Goldman Sachs, ora tra i principali consiglieri economici di Trump, perseguono l’obiettivo di smantellare la Dodd-Frank — voluta da Barack Obama a seguito della Grande recessione — e le altre leggi e regolamentazioni che dovrebbero proteggere gli americani da un’altra crisi finanziaria. Diversi commentatori stanno già mettendo in guardia dal rischio che un prolungato periodo di deregulation potrebbe portare a un’altra bolla finanziaria e al ritorno di quelle pratiche pericolose che hanno portato al collasso di Lehman Brothers nel 2008. Tra questi c’è Edwin «Ted» Truman, ex capo della divisione internazionale della Federal Reserve ai tempi di Alan Greenspan. Truman di crisi globali ne ha viste parecchie. E ha osservato dall’interno della Fed che cosa accade quando Wall Street viene lasciata libera e senza regolamentazioni. Truman teme che ciò che ha in mente l’amministrazione Trump potrebbe creare le condizioni per una nuova crisi finanziaria. «Quella che si sta preparando è una controrivoluzione, con lo smantellamento della Dodd-Frank e la probabile cancellazione di molte restrizioni per Wall Street. Così si invertirà il modello in vigore sin dalla crisi globale del 2008», dice Truman. La domanda chiave per lui non è se ci sarà un altro ciclo, ma quanto ci vorrà. «La gente dimentica le lezioni del passato», aggiunge. Le lezioni del passato sono più che chiare, ma l’amministrazione Trump vuole tagliare le tasse sulle imprese e procedere con la deregulation: Wall Street può folleggiare di nuovo. Donald Trump e la sua squadra di Goldman Sachs di certo non terranno fede alla promessa fatta in campagna elettorale di «prosciugare la palude» in cui sguazzano i lobbisti di Wall Street. La squadra della Goldman ha nelle sue mani le chiavi del governo. Adesso si sono lanciati anima e corpo nella missione di svuotare le leggi che dovevano proteggere i risparmiatori americani da un’altra crisi finanziaria, con l’entusiastica collaborazione dei repubblicani del Campidoglio. Date le circostanze, non c’è davvero bisogno della sfera di cristallo per capire che a un prolungato periodo di deregulation seguirà un’altra bolla finanziaria, in modo virtualmente inevitabile. È solo questione di tempo. Coloro che non imparano dalla storia solitamente sono condannati a ripeterla.

(Tratto dal nuovo libro di Alan Friedman, «Questa non è l’America»).

Traccia 7

Robert Kyosaki: «E’ in arrivo una crisi economica che potrebbe essere peggio della Grande Depressione del 1929. E dal 2018 le cose potrebbero peggiorare…»

FONTEPagina Facebook di Kyosaky / 22 settembre 2017. «Le cose sono peggiorate. I poveri sono diventati più poveri, i ricchi diventano ricchi ricchi, e le famiglie di ceto medio sono state lasciate con un piccolo stipendio e si chiedono perché si sono prosciugati i conti di risparmio. […] nel 2017 e abbiamo piu’ di 20 trilioni di dollari in debiti. E QUESTO DEBITO NON SE NE ANDRA‘. Non possiamo prendere in prestito il modo di uscire da questo casino. Mi dispiace dirlo, ma la mia previsione è che una prossima grande crisi si avvicina tra la fine del 2017 o all’inizio del 2018. Siamo in grossi guai. Questa prossima crisi potrebbe essere peggio della grande depressione». NOTA – Kyosaky è un imprenditore, analista finanziario, autore bestseller di libri che hanno venduto milioni di copie nel mondo. Tiene regolarmente seminari e corsi sulle tecniche di vendita e investimento finanziario.  (QUI IL SUO POST completo

Mio commento – Di recente Kyosaky ha messo in risalto il rischio che scoppi la bolla finanziaria “Bitcorin”, la criptomoneta digitale (non governata dal nessuna Banca centrale) che sta risucchiando il risparmio di milioni di utenti web. In realtà, è un tentativo di mettere al sicuro i risparmi poiché si diffondo le notizia di una imminente nuova crisi finanziaria mondiale.

Intanto in Italia aumentano i poveri e il debito pubblico…

Traccia 8

L’Italia è sull’orlo di un baratro economico e l’analisi di Steve Eisman (traccia 1) appare come una profezia. Aumenta la povertà e il lavoro precario. Aumenta il debito pubblico (record attuale a 2.300 miliardi di euro). Molte banche sono in affanno economico dopo il fallimento (e salvataggio con i soldi dei cittadini) di Monte dei Paschi di Siena. E nel 2018 l’Unione Europea (cioè l’oligarchia finanziaria) pretende pesanti manovre finanziarie per aggiustare i nostri conti pubblici. Quanto può ancora reggere il sistema in queste condizioni?

FONTEIl Fatto Quotidiano / 13 settembre 2017. «L’Italia è il Paese europeo in cui vivono più poveri. Sono 10,5 milioni, su un totale a livello Ue di 75 milioni, i cittadini che hanno – per esempio – difficoltà a fare un pasto proteico ogni due giorni, sostenere spese impreviste, riscaldare a sufficienza la casa, pagare in tempo l’affitto e comprarsi un paio di scarpe per stagione e abiti decorosi. Gli italiani in questa condizione rappresentano il 14% del totale europeo e sono più dei 9,8 milionidi abitanti della Romania nella stessa situazione, anche se in termini percentuali la Penisola è undicesima tra i 28 Stati membri con un 17,2% di indigenti sul totale. A rendere ufficiale la classifica è stata l’Eurostat, secondo cui dietro Roma e Bucarest c’è Parigi: i francesi in stato di deprivazione sociale sono 8,4 milioni. Il poco invidiabile primato non stupisce se si pensa che, stando ai dati Istat,negli ultimi dieci anni i “poveri assoluti” – chi non è in grado di acquistare nemmeno beni e servizi essenziali – sono triplicati. Nel 2006 erano 1,66 milioni, l’anno scorso l’istituto di statistica ne ha contati 4,7 milioni. Tra cui 1,3 milioni di bambini. […] Povertà triplicata in dieci anni – La povertà in Italia è aumentata esponenzialmente dopo la crisi finanziaria: tra 2007 e 2008 i poveri assoluti sono saliti di 400mila unità, a 2,1 milioni, e i poveri relativi sono aumentati altrettanto, a 6,5 milioni. Di lì al 2012 l’incremento è stato lento e costante: i poveri assoluti sono diventati 2,3 milioni nel 2009, 2,47 milioni nel 2010, 2,65 nel 2011, addirittura 3,5 nel 2012 (la crisi ha iniziato a falcidiare i posti di lavoro), 4,4 nel 2013. L’incidenza della povertà assoluta sulla popolazione italiana è passata di conseguenza dal 2,9% del 2006 al 7,9% del 2016»


Anno 2020, il Collasso scritto nelle Mappe astrologiche di André Barbault (il più famoso analista dei cicli planetari). 

I grandi eventi storici sono già scritti nelle mappe dell’Universo. I Pianeti infatti in chiave esoterica sono “esseri viventi”, proprio come nel caso della Madre Terra (alcuni scienziati ecologisti, come James Lovelock, hanno riscoperto questa antica verità e formulato l’Ipotesi Gaia) e dunque il movimenti degli astri influenzano l’evoluzione umana. La vera astrologia è una scienza iniziatica che scruta la relazione tra anima e incarnazione, e può leggere “le mappe di navigazione” del Destino Universale. In questa sezione dell’articolo vedremo che il Grande Crollo economico non è solo un’ipotesi prevista dagli analisti finanziari, ma è una “percorso evolutivo” che si sta delineando nel nostro sistema Solare. L’analisi più interessante è quella effettuata dal famoso astrologo francese André Barbault, che prevede una gravissima crisi europea (e mondiale) nel periodo compreso tra il 2019 e il 2020 (anno di picco). Barbault è noto per aver ideato il concetto di “cicli planetari” che influenzano le civiltà, le nazioni, i periodi storici. Ma vediamo chi è e cosa dice l’astrologo francese nel suo libro “I Cicli planetari nella storia mondiale” (Edizioni librarie Federico Capone).

Chi è Andrè Barbault, da Wikipedia – André Barbault (Champignelles, 1º ottobre 1921) è un astrologo francese. Appassionato di astrologia già a 14 anni grazie ai lavori di Choisnard[1] si trasferisce a Parigi alla fine della seconda guerra mondiale. Qui ha l’occasione di conoscere molti astrologi francesi e diventa vicepresidente del Centre Internationale d’Astrologie di Parigi[1] e redattore capo della rivista L’astrologue. Fautore dell’analisi astrologica su basi scientifiche è considerato tra i più importanti e influenti astrologi contemporanei. Suggerisce all’astrologo di concentrarsi sul reale astrologico, consiglia di non emettere previsioni secche ma di avere un approccio filosofico con l’interlocutore perché come premetteva in ogni suo oroscopo Tutto è relativo e che nulla è certo. Nel suo libro De la psychanalyse à l’astrologie (1961, Dalla psicoanalisi all’astrologia) ha formulato i contributi della psicanalisi presenti in astrologia. Ha rinnovato il concetto di astrologia mondiale introducendo un indice di concentrazione planetaria che misura l’allineamento dei pianeti tra loro e nei confronti del Sole ed il concetto di ciclo planetario. È stato l’ispiratore del programma di analisi astrologia per computer Astroflash.

Una grave crisi europea nel 2020. E poi…

Il brano che segue è tratto dal libro di Andrè Barbault “Il cicli panetari nella storia mondiale”, pag 153. «Nel 2020 si potrà accusare la caduta più grande del secolo. Niente da meravigliarsi: 7 cicli su 10 sono discendenti e ciò spiega la maggiore acceleraqzione di caduta secolare di questo indice. La configurazione astrale che vi prende parte è una triplice congiunzione Giove-Saturno-Plutone che forma un quadrato con Urano e un semiquadrato con Nettuno, essi stessi in aspetto di semiquadrato. Quale crisi ci aspetta? Quale pericolo da temere? Il triplo rinnovamento ciclico che è in gioco mira in particolare all’Europa (Giove-Saturno) e ai Paesi asiatici, nello specifico la Cina che sembra trovarsi ad una tappa importante del suo destino. Nello studio esplorativo sul secolo attuale, avevo arrischiato due previsioni: “La congiunzione Saturno-Plutone (2019) si formerà sulla posizione di Giove (22°Capricorno) alla proclamazione della Repubblica cinese, iniziata da quel ciclo. Può darsi che a metà di questo decennio, con il transito della congiunzione Urano-Nettuno su Giove quale espressione di uno slancio del Paese, la Cina possa diventare una potenza mondiale di primo piano».

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